martedì 26 maggio 2009

Risposte, precisazioni

Un lettore mi scrive:
Caro Prof. Vattimo, terrò questo commento molto breve perché, non vedendo nessun commento sul blog, sono incerto se la funzione commento funzioni. Leggo sul Corriere.it una Sua dichiarazione: "Invece di chiedere a Berlusconi notizie da gossip su Noemi - afferma Gianni Vattimo, candidato alle europee per l'Idv - sarebbe meglio costruire un progetto di società realmente alternativo." Purtroppo, non si sa mai, con i giornali, quando una dichiarazione sia stata estratta dal suo contesto in modo fuorviante. In ogni caso, se potesse dedicare un intervento sul Suo blog alla questione, credo che cio' sarebbe utile non solo ma a me ma ad altri elettori dell'IDV. Detto molto in breve, sono molto sorpreso che le vicende riguardanti Noemi Letizia ed il Presidente del Consiglio vengano considerate questioni di "gossip". Grazie.

Un altro lettore:
Gentile professor Vattimo, non le sembra che un "progetto di società realmente alternativo" non possa prescindere dall'avere uomini che, ricoprendo ruoli istituzionali, dicano la verità sui propri affari privati? Non le sembra che il cittadino elettore abbia il diritto di confrontare la pubblica apparenza di un politico con il suo agire privato? Tanto più quando questo pubblico apparire insegue un modello di moralità bigotta e tradizionalista? Non sono un militante del PD, né mai lo voterò, sono ostile al suo progetto centrista e moderato ma, se per una volta questo "malriuscito amalgama" compie la propria elementare funzione di opposizione, che dire, lasciamogliela fare! Magari, un poco alla volta si abituano. Cordialmente ed auguri. Roberto.

La mia risposta, in generale, è contenuta nell'articolo che ho pubblicato su La Stampa, il 16 maggio, "Verità come arma", nonché nel libro che sto presentando in questi giorni, "Addio alla verità". Riporto qui sotto l'articolo. Direi comunque, ampliando il messaggio che ho voluto lanciare con il comunicato stampa sul caso Noemi, poi riportato dalle principali testate, comunicato che necessariamente restringe un po' l'ambito della mia risposta, che non mi sembra affatto inessenziale stabilire se Berlusconi abbia mentito o no su Noemi; ma solo perchè fa differenza per il paese e la democrazia sapere (o provare - che lo sia tutti lo sappiamo) se Berlusconi è o no un bugiardo sfrontato. La dichiarazione data al Corriere è un po' sommaria. Intendevo: niente moralismo sulle abitudini private di Mr. B; molta attenzione alla sua abitudine di mentire ai cittadini, non solo sulla faccenda di Casoria. Come bugiardo, e non come adultero o addirittura come pedofilo, si deve scacciarlo dal governo.

Grazie dei vostri commenti, continuate a scrivere.

La verità come arma
La Stampa, 16 maggio 2009
Ciò che ha scandalizzò gli elettori americani nell’affare Lewinski-Clinton, e prima, quel che provocò le dimissioni di Nixon per il Watergate non furono tanto le malefatte di cui i due presidenti si erano resi colpevoli. Clinton aveva tenuto una condotta «inappropriata» con la stagista (allora non si chiamavano ancora veline), ma erano fatti suoi e della sua signora; Nixon aveva «spiato» il quartier generale degli avversari democratici, ma non sembra fossero stati rubati segreti tanto decisivi per la vittoria dell’uno o dell’altro candidato. No, quel che costituiva una macchia intollerabile per l’immagine dei due presidenti era che avessero mentito ai concittadini. Merita di ricordarlo oggi, in Italia ma non solo, quando sembra che la sopravvivenza di un governo dipenda dal fatto che il suo massimo esponente si sia reso colpevole o no di comportamenti «inappropriati» nei confronti di una minorenne o appena maggiorenne. Se di questo si trattasse, avrebbero ragione coloro che si rifiutano di scendere a un così basso livello della polemica politica. Ciarpame, come è stato definito il tutto, non è solo il tema delle passioni private d’un esponente governativo, ma il fatto stesso di interessarsene, violando il limite della privacy e della decenza. Non possiamo però considerare inessenziale, e parte dello stesso ciarpame, stabilire se le notizie che abbiamo della vicenda siano esatte o manipolate nell’interesse d’una delle parti in causa. Sapere se un’alta autorità governativa ha frequentazioni non conformi alla morale dei più è assai meno importante che stabilire se ci menta o no. Non è questione da lasciare alla privacy, diventa un fatto di enorme rilevanza politica. Ma, osserverà qualche mente politica molto europea e disincantata, solo un pubblico ingenuo e di tradizioni puritane come quello americano può pensare che i politici (e i detentori di potere economico o spirituale) non debbano mentire. Andiamo, persino Kant pensava che fosse legittimo mentire in nome di una causa superiore: per salvare lo Stato, la pace, l’ordine sociale. Davvero la verità è un valore così assoluto da diventare il criterio per la stessa legittimità delle istituzioni? Nella Morte a Venezia di Mann le autorità tengono nascosta la gravità dell’epidemia che fa strage per evitare la fuga dei villeggianti e la rovina del turismo. Tutti accettiamo come una triste necessità l’esigenza di non creare panico, e danni maggiori, in caso d’imminenti catastrofi naturali che non abbiamo il potere di evitare. La famosa distinzione di Max Weber tra etica della convinzione e etica della responsabilità vale anche in casi come questi. Paradossalmente, può essere un affare di convinzione morale personale il dovere di dire in ogni caso la verità; ma è altrettanto legittima una convinzione morale che antepone il bene comune al dovere di dire il vero. Però, anche per un convinto assertore di quest’ultima posizione, e tanto più in quanto si preoccupa del bene comune, diventa un dovere prevalente quello di dire il vero se la legge dello Stato glielo impone.Ha poco senso, dunque, rimproverare a qualcuno di mentire, come se il dovere di dire la verità fosse un dovere assoluto precedente ogni legge positiva. Solo se viola qualche legge sancita e perciò necessariamente condivisa dai membri della comunità (l’ignoranza della legge non è ammessa) la menzogna esce dalla sfera della «convinzione» e entra in quella della «responsabilità», anche giudiziaria. Non valore naturale assoluto, la verità è piuttosto un’arma. Persino per il Vangelo: «La verità vi farà liberi». Ma appunto quella che serve a chi non è libero per diventarlo. Mostrare (veracemente?) che il potente è un bugiardo è un modo di prendere sul serio la verità molto più che andare tra gli scioperanti a insegnare la tavola pitagorica o le leggi di Newton. Senza questa consapevolezza, davvero solo ciarpame.
Gianni Vattimo

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Verità o non verità, caro professore -e prescindendo anche da tutte le teorie sulla "ragion di Stato" - la questione di fondo che fa la differenza fra la nostra democrazia parlamentare e quella degli altri è che NOI, NEL 2009 NON ABBIAMO IL CORAGGIO DI TAGLIARE LA TESTA AL TIRANNO! Carlo I Stuart, Luigi XVI, erano tiranni esattamente come il nostro Silvio Solimano I , ma sfortunatamente da noi lo Stato moderno assoluto è sorto solo ieri....

albe^_^ ha detto...

È preoccupante che ci si scandalizzi più per un rapporto con una ragazzina che non per tutto il resto. Mi preoccupa pure l'atteggiamento di 'certa' 'opposizione' che cerca di far leva sul gossip anziché su tutti gli altri problemi. E dire che gli argomenti non mancherebbero di certo: scuola, università, ricerca, crisi economica, piccole-medie imprese, cassa integrazione, etc.

In questo caso, penso si possa trattare di 'responsabilità' bella e buona, perché è in ballo il destino della nazione...

Anonimo ha detto...

Si cambia aria, finalmente Apicella smetterà di suonarci la sua lira stonata. Il cabaret sta per chiudere il suo sipario . Vedremo a breve decollare l’elicottero con a bordo Silviò Babà i suoi 40 ladroni e le sue odalische? O usciranno di scena rifugiandosi nel bunker antinucleare del sultano? AVANTI CON IL FRONTE DI LIBERAZIONE NAZIONALE!

http://www.repubblica.it/2009/05/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-4/procura-sequestro-foto/procura-sequestro-foto.html

Gianni Vattimo ha detto...

Avanti con il Comitato di Liberazione Nazionale. E parliamo di programmi, non di Noemi. Di Noemi, parliamo per sconfiggere il progetto politico aberrante del signor B. Ma poi? Credete che gli elettori si accontenteranno? No, perché il centrosinistra ha dato cattiva prova di sé. Tuttavia, la liberazione da B. è il primo, fondamentale passo. Non abbiamo il coraggio di abbattere il tiranno, è vero. Ma i mezzi non ci mancano, proviamo a insistere. Senza dimenticare che il motivo per cui Berlusconi non ci va - qanche di questo parlo in "Addio alla verità", in fondo - non è legato a Noemi, ma al regime che è riuscito a instaurare.