giovedì 30 luglio 2009

Interrogazione parlamentare: Legge lituana per la protezione dei minori contro gli effetti dannosi dell'informazione pubblica

Eccovi il testo dell'interrogazione parlamentare che abbiamo posto il 16 luglio. Come vedete, la questione dei diritti civili è tutt'altro che pacifica, non solo in Italia, e richiede la massima attenzione.
INTERROGAZIONE ORALE CON DISCUSSIONE a norma dell'articolo 115 del regolamento di Sophia in 't Veld, Jeanine Hennis-Plasschaert, Leonidas Donskis, Gianni Vattimo e Baroness Sarah Ludford, a nome del gruppo ALDE, Ulrike Lunacek, Raül Romeva i Rueda, Jean Lambert e Judith Sargentini, a nome del gruppo Verts/ALE alla Commissione
16 luglio 2009
Oggetto: Legge lituana per la protezione dei minori contro gli effetti dannosi dell'informazione pubblica
Il 14 luglio 2009 il Parlamento lituano ha approvato alcuni emendamenti alla legge sulla protezione dei minori contro gli effetti dannosi dell'informazione pubblica. Secondo tale legge, un'informazione pubblica che istiga ai rapporti omosessuali e sfida i valori della famiglia influisce negativamente sullo sviluppo dei minori. Il suddetto provvedimento pone l'informazione sull'omosessualità allo stesso livello di questioni quali la rappresentazione della violenza fisica, l'esibizione di corpi crudelmente mutilati e le informazioni che incoraggiano l'automutilazione o il suicidio. La legge porta al divieto di qualunque informazione sull'omosessualità che sia accessibile ai minori.
Il presidente della Lituania ha opposto il suo veto a questo atto legislativo, in quanto redatto in termini vaghi e confusi, e ha chiesto al Parlamento di riesaminarlo per garantire che esso sia conforme ai principi costituzionali dello Stato di diritto e di certezza e chiarezza giuridica, e che non risulti in conflitto con le garanzie di una società aperta e di una democrazia pluralistica. Le ONG attive nella difesa dei diritti umani e i deputati del Parlamento europeo hanno ripetutamente sollecitato un intervento da parte delle istituzioni UE e invitato il Seimas a rivedere il progetto di legge. Verrà inoltre presentato un ricorso alla Corte costituzionale. Nell'autunno saranno poi esaminati alcuni emendamenti ai codici penale e amministrativo, in virtù dei quali gli atti intesi alla diffusione dell'omosessualità, commessi da persone fisiche o giuridiche in aree pubbliche, saranno considerati reati punibili con lavori di pubblica utilità o un'ammenda fino a 1500 euro, o l'arresto.
Ha la Commissione discusso le questioni summenzionate con le autorità lituane? Concorda la Commissione sul fatto che la legge e gli emendamenti in oggetto sono incompatibili con i diritti umani e le libertà fondamentali garantiti dalle convenzioni internazionali ed europee e, in particolare, con la libertà di espressione, che comprende il diritto di cercare, ricevere e diffondere informazioni? Non ritiene inoltre che essi siano incompatibili con la legislazione e le politiche UE contrarie alla discriminazione? Non ritiene la Commissione che la suddetta legge sia in contraddizione con la Carta dei diritti fondamentali dell'UE, con l'articolo 6 del TUE e l'articolo 13 del TCE, ovvero con i valori fondamentali su cui si basa l'Unione europea? Intende la Commissione chiedere una valutazione della legge e degli emendamenti da parte dell'Agenzia per i diritti fondamentali? Quali misure intende la Commissione intraprendere per garantire che la Lituania rispetti i suoi obblighi in forza dei trattati UE e della legislazione europea e internazionale? È disposta, se necessario, ad attivare la procedura prevista dall'articolo 7 del TUE?

1 commento:

franco cuomo ha detto...

Caro Gianni cerca di portare all'attenzione degli stati mebri della UE il crescente razzismo delle proposte del governo italiano.

L'esame di dialetto dei prof. ( proposta di modifica della legge sulla scuola)
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La vicenda della modifica alla riforma sulla scuola chiesta dalla Lega per introdurre un test di dialetto per i professori è semplicemente raccapricciante. Già è di per se discutibile la proposta di albi regionali per gli insegnanti ed è proprio su questa proposta che la Lega ha chiesto delle modifiche che i più teneri hanno bollato di localismo, ma che secondo me è razzismo senza mezzi termini. In pratica la modifica chiede di introdurre un test per gli insegnanti << dal quale emerga la conoscenza della storia, delle tradizioni e del dialetto della regione in cui intendono lavorare>>. Una sorta di test dialettale, che si configura come un apartheid scolastico. Ora, si possono fare tutte le considerazioni che si vogliono, ma io credo che una proposta del genere sia abberrante e lesiva della dignità di qualsiasi persona. Mi verrebbe voglia di ripagare con la stessa moneta, se non temessi di somigliare a chi ha pensato questa idiozia e proporrei una cosa tipo: autorizzare l’ingresso degli scavi di Pompei o di Ercolano ai turisti con accento alto italiano, solo se: 1) sanno parlare napoletano, 2): conoscono a mena dito la storia della Magna Grecia , 3) sappiano liberarsi dalla stupidità ballando una tammurriata. Naturalmente è una provocazione e noi napoletani, con tutti i nostri vizi e difetti, permettiamo a tutti di visitare e godere liberamente delle vestigia antiche della nostra terra, dei nostri musei e pinacoteche, nonostante il nostro essere considerati terrun e non imponiamo a nessuno – meno che mai agli alto italiani – di conoscere le nostre tradizioni e così fanno pure i palermitani, i catanesi, i leccesi che in quanto storia, arte, bellezza e tradizioni ne hanno da regalare. Se la lega insisterà sul “ mai molà, tegn dur” ( non mollare mai tenere duro) e se questa modifica passerà consiglio a quei politici padani, padovani, vicentini, di farsi una vacanza dalle nostre parti per apprendere una millenaria tradizione di tolleranza e multiculturalismo…e perché no, anche di dialetto, perché il nostro è più bello.