domenica 6 giugno 2010

Centri sociali e sinistra in corteo contro Israele

Centri sociali e sinistra in corteo contro Israele
«Assassini»: l’urlo di Vattimo davanti al municipio. Ghiglia colpito con un calcio: «Estremisti violenti»
LUCIANO BORGHESAN
TORINO

Davanti a Palazzo Nuovo è una studentessa di origine ebraica a dar voce alla protesta contro l’attacco israeliano alla «nave della pace» che portava aiuti ai palestinesi. «Hanno ucciso 19 pacifisti, decine di feriti, per un carico di medicine, di casa prefabbricate, di cibo», grida al microfono Dana Lauriola, 28 anni, studentessa-lavoratrice iscritta a Psicologia. Si ripete accompagnando il camioncino che guida il corteo verso via Po e piazza Castello: «Proprio perché sono ebrea - spiega - ho seguito e seguo con apprensione la questione israelo-palestinese, ci sono stati 1414 moti negli ultimi dieci anni tra i palestinesi, e quello che è capitato ora è gravissimo, non porta certo alla convivenza dei popoli».

La seguono in 300, molti giovani e alcune decine di torinesi più datati. Centri sociali, Radio Black Out, la manifestazione si tinge di rosso con le bandiere della Fgci, dei Comunisti italiani, del Partito Comunista dei lavoratori, di Sinistra Critica, del Collettivo Comunista, di Socialismo rivoluzionario. Tra i politici si distinguono l’ex senatore Franco Turigliatto (quello che fece mancare l’appoggio al governo Prodi 2), l’ex assessore comunale Dario Ortolano, portano un’adesione simbolica anche il presidente del consiglio comunale Giuseppe Castronovo e la consigliera Monica Cerutti, i quali informano i manifestanti che «non si potrà votare un ordine del giorno di condanna in quanto alla conferenza dei capigruppo si sono opposti i Pdl Daniele Cantore e Agostino Ghiglia».


Il corteo fila via liscio fino a metà via Pietro Micca quando davanti alla sede della Defonseca e dell’associazione Italia-Israele i manifestanti si fermano e gridano «Assassini. Pagherete caro, pagherete tutto». Altro stop di fronte a Palazzo Civico: prende il microfono Gianni Vattimo: «Assassini, bastardi. Continuano a sparare su gente inerme, io avrei potuto essere su quella nave. E gli intellettuali italiani del c... sono contro il boicottaggio delle merci israeliane: fuori dalle palle!».

In Sala Rossa si è appena osservato un minuto di silenzio, ma poi il consiglio comunale viene sciolto per mancanza del numero legale, e Ghiglia esce dal municipio mentre il corteo sta lasciando piazza Palazzo di Città e si indirizza verso Porta Palazzo, qualcuno lo riconosce e gli urla «Vergognati criminale», l’ex missino prosegue lesto, monta sul motorino poi si ferma come per chiedere spiegazioni, cinque-sei lo inseguono, uno gli tira un calcio, Ghiglia accelera e via, più tardi commenta: «E’ la dimostrazione che gli estremisti di sinistra e gli esponenti dei centri sociali strumentalizzano episodi delicati e lo stesso pacifismo al fine di colpire violentemente gli avversari politici e chi è distante dalle loro posizioni».


Intanto si moltiplicano i comunicati e le iniziative di condanna dell’aggressione israeliana. Ieri sera, in vai Fiochetto, si sono riunite la comunità palestinese in Piemonte Al Baiader, l’Unione Araba di Torino e il Centro colturale Dar Alhekma, chiedono, tra l’altro, «il rilascio immediato di tutte le persone sotto sequestro, la consegna degli aiuti alla popolazione di Gaza, l’eliminazione dell’embargo e l’apertura dei varchi a Gaza in modo definitivo, la costituzione di un tribunale internazionale». Ferma condanna dalle Acli e da altri movimenti. Interviene anche l’on. Gianni Vernetti che l’altro ieri aveva promosso una protesta davanti alla Coop «contro il boicottaggio delle merci made in Israele»: il deputato di Alleanza per l’Italia, esprimendo «rammarico per i morti e i feriti», auspica che si eviti «che i fatti di oggi compromettano il dialogo fra il Governo di Israele e l’Autorità Nazionale Palestinese».

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