venerdì 13 maggio 2011

Patente negata perché gay. Il caso al Parlamento europeo

Patente negata perché gay. Il caso al Parlamento europeo

BRINDISI – Da vergogna italiana, a caso internazionale. Approda al Parlamento europeo il caso del giovane gay brindisino Cristian Friscina, cui è stato negato il rinnovo della patente a causa del suo orientamento sessuale. Informati dall’associazione radicale “Certi Diritti” gli eurodeputati del gruppo Alde Marietje Schaake, Sophie In’t Veld e Gianni Vattimo hanno depositato ieri mattina un’interrogazione sulla vicenda del 33enne di Cellino San Marco. Alla Commissione europea i tre parlamentari, prendendo spunto da quanto accaduto, hanno chiesto quali azioni intenda adottare per assicurare che tali atti di discriminazione non abbiano più a ripetersi tanto in Italia quanto negli altri Stati membri, e quando sarà varata la “Roadmap” contro l’omofobia. Si tratta di un carta dei diritti di omosessuali e trangender, comprendente misure legislative e non-legislative, finalizzate ad assicurare il rispetto, la protezione e la promozione dell’eguaglianza e dei diritti umani di ogni cittadino: a prescindere dal sue preferenze in fatto di gusti sessuali. Una rivoluzione da tempo attesa, cui l’episodio accaduto a Brindisi potrebbe imprimere una decisiva accelerata. Dal canto suo Cristian Friscina lo ha più volte ribadito: “Non lotto solo per la mia patente, ma per tutti coloro che come me hanno visto calpestati i propri diritti, e restano in silenzio perché stanchi, amareggiati o con le spalle non ancora sufficientemente larghe”. Secondo Friscina il caso che lo ha visto suo malgrado protagonista potrebbe essere stato solo la punta di un iceberg molto più grande di quanto si possa immaginare.
Da: Senzacolonne.it, 13 maggio 2011

Si veda inoltre, al riguardo, il comunicato stampa dell'Associazione Radicale Certi Diritti.

Qui di seguito, infine, l'articolo pubblicato da Bepi Castellaneta su Il Giornale il 12 maggio.

Niente patente a un gay: "è una malattia"

La patente gli è stata sospesa perché è gay, ma il diretto interessato lo ha scoperto solo dopo un decennio. E così lui, Cristian Friscina, 33 anni, travolto dal cieco ingranaggio di una storia in cui si mescolano discriminazione e cieca burocrazia, è stato costretto a presentare un ricorso al ministero per le Infrastrutture. La domanda è stata subito accolta. Proprio ieri da Roma è arrivato il semaforo verde. Risultato: il giovane ha ottenuto la patente e potrà guidare tranquillo, ma il caso è tutt'altro che chiuso: il pasticcio rimane e ha innescato una marea di polemiche che cresce con il passare delle ore. La deputata del Pd, Paola Concia, parla di «omofobia di Stato» mentre il ministro delle Pari opportunità, Mara Carfagna, assicura interventi contro «una discriminazione odiosa».

Tutto è cominciato dopo una visita di leva. Il 33enne, di Cellino San Marco, piccolo centro della provincia di Brindisi noto perché ha dato i natali al cantante Albano, nel lontano 1999 si presentò e dichiarò ai medici di essere omosessuale. Dall'ospedale militare Bonomo di Bari partì una comunicazione alla motorizzazione civile in cui si fa riferimento a «patologie che potrebbero risultare di pregiudizio per la sicurezza della guida»; ma non solo: perché nei documenti c'è scritto anche che ci sono «dubbi sulla persistenza dei requisiti di idoneità psicofisica prescritti per il possesso della patente».

La motorizzazione a quel punto, sulla base delle indicazioni dell'ospedale militare, decise di procedere con nuove visite mediche senza però comunicare nulla a Friscina. Il quale infatti non ne ha mai saputo nulla e ha appreso che la sua patente era sospesa solo quando ha chiesto il rinnovo: da quel momento, andando a ritroso nel tempo e mettendo insieme documento dopo documento, il 33enne è riuscito a ricostruire quanto accaduto. Friscina, che dopo la laurea in Scienza della comunicazione è diventato guida turistica ed è entrato in politica a Cellino San Marco diventando segretario cittadino di Sel, il movimento del governatore Nichi Verigola, ha scoperto tutto solo quando è andato alla motorizzazione civile per il rinnovo della patente: a quel punto gli è stato risposto che era stata sospesa da tempo. E così è scattato il ricorso.

La vicenda è stata resa nota dai Radicali, che hanno presentato un'interrogazione urgente al ministero dei Trasporti e della Difesa. Secondo Sergio Rovasio, dell'associazione radicale. «Nemmeno un mese fa -prosegue - il Tribunale di Catania, condannava in secondo grado il ministero della Difesa e dei Trasporti a un risarcimento di ben ventimila euro a un omosessuale siciliano al quale era stata negata la patente a causa del proprio orientamento sessuale; oggi tocca a un giovane di Brindisi vedersi negato il rinnovo della patente sulla scia di una comunicazione trasmessa dall'ospedale militare di Bari».

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